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Fitness per cardiopatici


Nella società moderna alcune patologie come l'ischemia e l'infarto cardiaco sono delle chiare, e purtroppo sempre più frequenti, risposte al poco movimento e alla cattiva gestione del proprio corpo. Già nel 1961 autori come Kraus e Raab scrissero un libro intitolato "Malattie ipocinetiche", dove sostenevano che la mancanza di attività fisica era uno dei fattori principali nella genesi delle malattie cardiovascolari e di altre patologie degenerative.

Oggi sappiamo con certezza che per migliorare lo stato di salute non possiamo basarci solo sulla cura delle varie patologie, ma bisogna che ognuno di noi si impegni a migliorare il proprio stile di vita in modo da prevenirle. Fin qui nulla di nuovo, o almeno spero che eravate già informati sulla prevenzione primaria che la pratica di un esercizio fisico fatto in modo costante può attuare, il problema, invece, sorge per chi è già stato colpito da queste patologie.

Spesso, infatti, questi soggetti non sanno che per non ricadere negli eventi traumatici o comunque per migliorare il loro stato di malati cronici devono condurre uno stile di vita votato alla prevenzione secondaria, cioè tutte quelle modificazioni capaci di tenere lontano i vari fattori di rischio.

In poche parole l’attività fisica non solo non è pericolosa per l’infartuato, ma è forse l’unico mezzo, unitamente ad una eventuale terapia farmacologia, che può prevenire le recidive.